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Conoscere i filati

ORIGINI, CARATTERISTICHE, CURIOSITÀ E LAVAGGIO DEI FILATI

I filati si suddividono principalmente in , filati naturali (di origine animale o vegetale) e i filati sintetici. Ecco un breve schema dei filati più conosciuti:

FILATI NATURALI FILATI SINTETICI
ORIGINE DENOMINAZIONE ANIMALE O VEGETALE ORIGINE DENOMINAZIONE  
Animale Merino da peli di pecora Artificiali Rayon di viscosa, cupro, acetato, lycra. Si ottengono trattando la cellulosa naturale di piante diverse, trasformate e sciolte con solventi e successivamente filate
Mohair, Cashmere da peli di capra
Lambswool da peli di agnello
Vigogna, Alpaca da peli di camelidi
Angora da peli di coniglio
Seta dalla bava del bacco da seta
Vegetali Cotone, Kapoc da frutto/seme di piante Sintetiche Dralon
Nylon
si ricavano dal Carbone e dal petrolio
Lino, canapa, Iuta, Ramiè dal fusto di piante
Manila, Sisal, Rafia dalle foglie di piante
Cocco dal frutto di palma
Caucciù dal lattice di pianta

Il comfort e l’igiene dei tessuti in fibre naturali sono sicuramente superiori a quelli delle fibre sintetiche

 

LANA MERINO O MERINOS è una lana molto fine e pregiata

Le pecore (merinos) da cui si ricava questa lana (lana merino) sono abituate a forti escursioni termiche, vento, umidità, proliferazione di parassiti e per questo motivo hanno sviluppato particolari caratteristiche, molto superiori a quelle della lana di altre pecore. Per cui la lana che si ricava ha qualità uniche:

  • un effetto assorbente: assorbe umidità tramite i peli porosi e la convoglia verso l’esterno facendola evaporare, questo evita colpi di freddo;
  • un effetto isotermico, perché isola i corpi al suo interno, non scalda, mantiene semplicemente il calore prodotto dal corpo per questo i capi in lana merino possono essere indossati anche nelle stagioni calde e vengono definiti “fresco di lana” o “quattro stagioni”. Per questo gli abitanti del deserto portano mantelli di lana anche sotto il sole, e avvolgono le loro borracce in panni in lana merinos;
  • un effetto antiparassitario perché la struttura del pelo impedisce l’accumulo di sporco, inoltre all’assenza di calore e umidità all’interno del vello, impediscono il formarsi dell’ambiente adatto alla proliferazione di parassiti, soprattutto acari. Creare coperte in lana merino può aiutare chi soffre di allergia agli acari.

La finezza del pelo è particolarmente sottile rispetto al pelo di una pecora comune: diametro inferiore o uguale a 20 micron, questo rende il filato particolarmente leggero; è resistente all’usura ed alla piega come un abito di lana comune.
La lana merino pettinata è l’ideale per neonati, seconda solo al cashmere.

LANA DI MOHAIR

Un filato bellissimo, per capi leggeri e morbidi come nuvole, ideale per traforati, molto caldo e avvolgente e, una volta lavata, assume il celebre aspetto brillante che la rende così caratteristica. La fibra di Mohair, a causa della sua lucentezza e lunghezza, viene particolarmente usata nella produzione di filati pettinati pregiati o mischiati con la lana. Il vello, lungo e morbido, viene filato in modo diverso a seconda dell’età dell’animale da cui è tratto, poiché l’invecchiamento ne cambia le caratteristiche. Per le sue particolari proprietà riflessive, la fibra di mohair viene spesso mescolata ad altre fibre meno pregiate per migliorare la qualità del prodotto finito. Un altro fattore che rende il mohair pregiato è l’attitudine ad essere tinto e trattato: la coloritura risulta uniforme e resistente, ben radicata nella fibra.
Quando si lavorano lane pelose è bene non tendere troppo il filato in modo che la parte pelosa non rimanga castigata tra le maglie. É consigliato utilizzare un numero dei ferri più grande rispetto a quello che si utilizzerebbe per un filato dello stesso spessore senza il pelo, in questo modo lo spazio tra un punto e l’altro risulta maggiore. A macchina richiede una buona paraffinatura e sopratutto occorre togliere le spazzole dal carrello, anche qui sarebbe opportuno lavorare un ago si e uno no, oppure uno si e due no. Al termine del lavoro è possibile estrarre il pelo spazzolandolo dolcemente.

IL KID MOHAIR
È una fibra di qualità migliore rispetto al Mohair, ricavata dalla prima tosatura dei capretti d’angora a 6 mesi di età (kid-mohair). L’età è il principale fattore che determina qualità e quantità di Mohair prodotto. Il numero di follicoli secondari aumenta infatti fino a 2 anni di età, così come il diametro della fibra e la quantità prodotta. Il peso della produzione alla tosa è, in media, di Kg 1,6 per animaletto. La finezza media del Mohair è di 36 micron, ma nei capretti (Kids) di 24-25 microns. Ha un elevato grado di lucentezza e morbidezza ed un meraviglioso aspetto serico che lo distinguono dal normale mohair. Il Kid Mohair è un materiale di alta qualità, il costo è particolarmente elevato ma il risultato è garantito è possibile utilizzarlo sia per maglie invernali che primaverili o estive conferendo maggiore leggerezza, maggiore freschezza, lucentezza e qualità antipiega.

LANA DI ALPACA

La fibra del vello dell’Alpaca è rinomata per la sua leggerezza, per le sue caratteristiche termiche e per quella particolare sensazione al tatto, simile alla seta. L’Alpaca è l’unico animale al mondo che produce lana in una grandissima varietà di colori: dal bianco puro fino al fulvo, tutta la gamma di marroni e beige, fino al nero carbone, oltre 22 colori naturali. Essa è priva di lanolina, non infeltrisce e non causa reazioni allergiche, essendo ben tollerata quando portata direttamente sulla pelle. E’ perciò indicata nell’abbigliamenti intimo dei neonati.
Ci sono due razze di Alpaca: “Suri” e “Huacaya”. La razza Suri è ancora più pregiata della razza Huacaya perché la sua fibra è liscia e finissima, brillante che assomiglia alla seta, ma la razza Suri è in percentuale solo 1% della popolazione mondiale di Alpaca (sono molto rari). La razza Huacaya è più voluminosa con struttura più ondulata ed elastica.
A seconda dell’età un’alpaca può produrre da 3 a 6 kg di lana all’anno, per cui in 30 anni di vita ne produce circa 120 kg. La tosatura può essere effettuata ogni anno in primavera, prima dell’estate, onde evitare che l’animale possa soffrire il caldo e morire. La lana più pregiata è quotata intorno alle 250€/kg e oltre. La lana del “Cria” (il piccolo di Alpaca) è ancora più pregiata per la sua brillantezza e finezza della prima tosatura. I capi d’abbigliamento in lana d’ Alpaca, sono apprezzati universalmente per la loro leggerezza e grandissime capacità termiche. Sono capi destinati a durare perché difficilmente si sfilacciano, macchiano o creano elettricità statica. Confrontata con la lana di pecora, la fibra d’Alpaca è tre volte più resistente, sette volte più calda e molto più morbida e leggera. Non a caso, i tessuti realizzati con questa fibra naturale erano un tempo riservati per vestire gli imperatori Inca.
La lana di alpaca più fine viene lavorata nel suo colore naturale con il sistema di filatura pettinata e destinata alla maglieria esterna di alta qualità; quella media è impiegata per la produzione di tessuto tipo loden, il pelo più scadente è usato per foderami, filtri e cinghie.
L’Alpaca è un’animale cha appartiene alla famiglia dei camelidi, cui appartiene il Cammello, il Lama e la Vigogna
Lavaggio: mettiamo il capo in una grande tinozza di plastica e la copriamo con dell’acqua tiepida e del sapone neutro per la lana, lasciamo in ammollo per una notte. Con abbondante acqua corrente, sciacquiamo il capo fino a quando l’acqua non sarà pulita; ora lo passiamo in lavatrice a centrifugare a bassi giri, così sarà più rapida l’asciugatura che dovrà avvenire stendendolo in una zona areata ma non esposta al sole.

LANA DI CASHMERE

E’ vera morbidezza da vedere e sentire. Quella morbidissima, finissima fibra che conosciamo come “Cashmere” – o “Vello d’Oro” non è altro che il sottovello prodotto da una capra alquanto rara, il kashmir allevato in Tibet, Cina, sugli altopiani mongoli e in Iran. La tosatura avviene sempre e solo in tarda primavera, nel periodo cioè che risulta il più caldo in quelle regioni nelle quali il kashmir viene allevato e viene utilizzata solo la parte migliore del vello dell’animale, ossia il sottopelo. Se ne ricava una lana di grandissimo pregio, seconda per valore alla sola vigogna. Una buona produzione annuale di fibra si aggira sui 200 grammi per capo di fibra pulita. Ma non tutto il cashmere è uguale. A rendere più o meno preziosa una partita di questa lana è infatti lo spessore, il diametro del singolo pelo: più la sua fibra è fine, maggiormente pregiata sarà la lana. Il Cashmere, difatti, è per definizione una fibra ondulata e opaca, con il diametro fra 14 e 18 micron (molto più fine, per esempio della lana Merinos, la più pregiata tra le lane da pecora, che si aggira sui 24 microns di diametro), con un potere isolante 10 volte quello della lana. Perché questo tipo di lana pregiata è tanto calda e leggera? Perché, al suo interno, custodisce una particolare struttura a camera d’aria che ne favorisce l’isolamento termico.
La lana di cashmere è la più morbida tra tutti i tipi di lana. Una sciarpa di puro cashmere indossata, sarà sicuramente “il migliore amico” del vostro collo, sia con in brutto tempo invernale che nelle sere estive.
Il puro cashmere è un tessuto eccezionalmente sensibile.: una buona cura del capo vi regalerà lunghi anni di uso confortevole.
Ovviamente viene utilizzato per tricottare capi esclusivi, golfini, scialli, baschetti, ecc.
Le composizioni di Cashmere e seta permettono di ottenere capi eccezionalmente fini, morbidissimi al tatto e leggeri, unendo la freschezza della seta alla proprietà principale del cashmere di assorbire il  calore del corpo in estate.
Quando acquisterete una rocca di cashmere vi sembrerà ruvida e greggia; dopo la lavorazione vi consiglio di lavare il vostro capo in lavatrice seguendo il lavaggio della lana, la centrifuga permetterà la fuoriuscita di quel pelino microscopico morbidissimo, se avete l’asciugatrice usatela ma non seccate troppo l’indumento, vi aiuterà a rendere ancora più morbido il vostro filato. Portate il vostro capo più spesso possibile, lo strofinamento con il corpo aumenterà la morbidezza di giorno in giorno, per questo il lavaggio in lavatrice e l’asciugatrice sono consigliabili, non abbiate paura di rovinare il vostro capo!
Ovviamente non lavate un capo di cashmere in lavatrice con un programma per il cotone o vi ritroverete un minuscolo fazzoletto da buttare!

Molte di voi mi chiedono che quantitativo occorre per creare maglioni in cashmere ecco un elenco:

  • Una maglia Tg 44 manica lunga da donna colo a lupetto, lunga fino alla cintura in cashmere titolo 2/28 ad un capo su finezza 12, pesa 195gr
  • Una maglia Tg 44 manica corta da donna girocollo, lunga fino alla cintura in cashmere titolo 2/28 ad un capo su finezza 12, pesa 140gr
  • Una maglia Tg XXL manica lunga da uomo girocollo lunga fino alla cintura in cashmere titolo 2/28 ad un capo su finezza 12, pesa 280gr

LANA ANGORA

numero 1 in morbidezza
L’angora è un tipo di lana pregiata prodotta con il pelo del coniglio d’angora. Questo animaletto, di corporatura grossa, è di colore bianco e coperto da un pelo lungo e morbido. Si pensa che la razza sia originaria della Turchia. E’ stata apprezzata dalla nobiltà di Francia, dove è stata introdotta nel 1723.
La lana d’angora ha una mano gonfia, morbidissima, pelosa, scivolosa e soffice, l’aspetto è lucente, e dà una forte sensazione di calore. I capi di lana d’angora sono davvero splendidi: la loro caratteristica morbidezza, accompagnata dall’aspetto voluminoso, ci avvolgono in un caldo abbraccio e ci coccolano dolcemente, nelle fredde giornate invernali. La sensazione è quella di essere avvolti da una calda pelliccia di coniglio, morbidissima, nessun filato è più morbido dell’angora.
Lo spessore della fibra va da 10 a 12 micron e pertanto non ha  molta resistenza all’usura ed al lavaggio per questo viene usata spesso in mescola con lana fine, mohair, alpaca o seta. La mescola, oltre a dare corpo al filato, serve a mitigarne il costo comunque alto.

Viene utilizzata per produrre capi pregiati sia in maglieria che in tessitura, la grande morbidezza e delicatezza la rendono indicata per capi infantili e femminili. Va ricordato che per i bambini piccoli va usato solo filato a pelo cortissimo, quello utilizzato per i maglioni con pelo medio lungo occorre aspettare un po’ poiché è normale che il capo perda qualche pelo e potrebbe finire negli occhi o sulla bocca del neonato. Per far fronte a questo problema c’è chi di chiudere il capo in un sacchetto per indumenti e lo mette in freezer o in frigorifero, per almeno 2 o 3 ore prima di indossarlo. Trascorso questo tempo bisognerà attendere che si scaldi un po’ a temperatura ambiente e poi potrà essere indossarlo, come di consueto.

COME LAVARE LE LANE:

questi consigli valgono per tutte le lane anche le più pregiate come il Cashmere, Cashwool, merino ecc…

Più la percentuale di lana è alta nella composizione del filato più occorre prestare attenzione al lavaggio, per questo una percentuale di acrilico non è da considerare un elemento di esclusione nell’acquisto di un filato.

  • La pura lana è consigliabile lavarla a mano, con saponi specifici e con una quantità direttamente proporzionale allo sporco, quindi se l’indumento non è molto sporco è possibile rinfrescarlo in acqua e ammorbidente, se l’indumento presenta macchie è possibile lasciare agire sulla macchia un po’ di sapone specifico, negli altri casi sciogliamo poco detersivo in acqua ed immergiamo il capo.
  • L’acqua deve essere leggermente tiepida, (no acqua troppo calda o troppo fredda).
  • Occorre mantenere la stessa temperatura per tutto il lavaggio anche durante i risciacqui, sbalzi di temperatura potrebbero fare infeltrire il capo.
  • Non strofinare il capo, muovilo delicatamente nell’acqua.
  • Il lavaggio deve essere veloce, la lana non va lasciata troppo in acqua, sciacqua abbondantemente, usa un buon ammorbidente non strizzare non torcerla! Mettila in lavatrice e usa il programma di scarico e centrifuga, scegliendo il numero più basso dei giri, oppure stendila bene dandogli la forma originale in orizzontale, su una graticola o uno stendino dove possa gocciolare senza perdere la forma e non al sole. Se i listelli del tuo stendi panni sono molto distanti tra loro appoggia uno asciugamano sullo stendino e poi appoggiaci sopra il capo altrimenti prenderà delle brutte pieghe ondulate.
  • Gli indumenti di lana durano più a lungo se rivoltati prima di lavarli. In questo modo, si eviterà il formarsi delle antiestetiche palline di lana.
  • In fine stirala solo con il vapore, non toccare mai i tessuti di lana con il ferro, schiacceresti le fibre e perderebbero il loro volume, alla fine risulterebbe piatta e lucente. Il vapore invece ravviva i tessuti, arieggia le fibre lasciandole belle gonfie.

 

LANA E “PALLINI” (PILLING). PERCHÉ LE LANE FANNO I PALLINI?

I filati sono formati da fibre sottili unite tra loro grazie ad un’operazione di torsione. Immaginiamo di fare una grossa treccia con i capelli, il primo giorno i capelli si presenteranno in perfetto ordine, allineati, lucidi e lisci ma dopo qualche giorno la treccia ci apparirà un po’ spettinata e se la disfiamo troveremo diversi nodi tra i capelli. Se facessimo delle treccine piccole la pettinatura risulterebbe bella anche dopo diversi giorni.

La stessa cosa accade per i filati, se la torsione è debole il filato apparirà gonfio, leggero e morbido ma lo sfregamento farà girare su se stesse le fibre, creando in quei punti dei nodi o “pallini”. Generalmente i pallini si sviluppano sotto le braccia e nelle zone laterali ai fianchi, punti in cui avviene lo sfregamento. Se al contrario il filato è molto ritorto, risulterà meno morbido, più pesante e compatto ma le fibre saranno più salde tra loro e avranno una maggior resistenza allo sfregamento. È bene precisare che anche il lavaggio è molto importante, un lavaggio scorretto, energico e lungo può provocare per gli stessi motivi l’effetto pilling su tutto il capo. Quindi quale filato scegliere? Da quanto si può dedurre sopra, le palline non sono indice di cattiva qualità del filato e devono essere interpretate come il risultato meccanico di uno sfregamento e la scelta del filato rimane solamente soggettiva, in base ai nostri gusti personali. Tutte le lane fanno i pallini con il tempo? Si. Anche quelle più pregiate come il cashmere? Si, perché tutti i filati sono formati da fibre, non tanto lunghe, unite tra loro solamente dalla torsione.

SETA

La seta è l’unica fibra animale, prodotta da insetti, considerata sin dall’antichità sinonimo di lusso. È ottenuta dalla lavorazione dei bozzoli dei bachi da seta. Si tratta di un filamento di bava che il bacco secerne intorno a sé in più strati, fino a formare un bozzolo in cui portare a termine la propria trasformazione da bruco a farfalla.
Caratteristiche della seta:

  • termoisolante: calda d’inverno e fresca d’estate grazie alla sua capacità di far da barriera al calore;
  • leggera: per il suo sottilissimo spessore;
  • elastica: resiste alle deformazioni e quindi flessibile;
  • brillante e lucente;
  • assorbe molto bene i colori
  • è la fibra naturale più resistente che si conosca.

Con la giusta cura potrete mantenere i vostri articoli in seta per anni e godere delle loro stupende qualità.
E’ necessario osservare un paio di accorgimenti per mantenere correttamente la seta. Essendo una fibra naturale la seta non può essere trattata con la stessa semplicità con cui si trattano le fibre artificiali, perciò:

  • non cospargete la seta di profumo o deodorante
  • non esponetela per lungo tempo alla luce diretta e intensa del sole

Come lavare la seta:

  • Utilizzare un detersivo per delicati o specifico per la seta;
  • non lavatela mai con candeggina
  • Immergere la seta in ammollo per circa 3-5 minuti in acqua tiepida.

(La seta in tonalità scure o stampata deve essere invece lavata a mano per brevissimo tempo in acqua fredda, e non va lasciata in ammollo!)

  • Durante questi brevi minuti smuovere la seta lievemente. (Non strizzare!)
    Quando la seta è completamente bagnata, continuare il lavaggio con cautela. La seta bagnata è molto più fragile.
  • Dopo max 5 minuti in ammollo sciacquatela in acqua fredda, aggiungendo un cucchiaino di aceto per eliminare eventuali residui di detersivo.
  • Avvolgerla delicatamente in un asciugamano asciutto per eliminare l’acqua.
    (Avvolgere la seta di tonalità scure o stampata in un doppio strato di asciugamani)
  • Per l’asciugatura distenderla su un piano d’appoggio orizzontale tirandola delicatamente agli angoli;

Consigli per la stiratura

  • La seta va stirata sempre da rovescio.
  • Inoltre, la stiratura dovrebbe avvenire quando la seta è ancora leggermente umida.
  • Attenzione! Regolate bene il ferro da stiro! Non stiratela a temperature troppo elevate!

La seta ha un composto proteico simile a quello dei nostri capelli; stirarla a temperature troppo elevate significherebbe rovinarla.
La seta va conservata in posizione arrotolata poiché dopo vario tempo in posizione orizzontale può diventare estremamente fragile lungo le pieghe. E va protetta da ruggine e tarme;

Con indosso un capo in seta farete sempre bella figura. La seta è in qualunque occasione sempre chic e di moda, sia che indossiate un leggero abito estivo, una raffinata camicetta in ufficio, un finissimo vestito da sera. La seta assorbe l’umidità della pelle rilasciandola lentamente per evaporazione. E’ per questa ragione che a seconda del periodo dell’anno può avere un effetto rinfrescante o caldo sulla pelle.

COTONE

Il cotone è una fibra vegetale ottenuta dalle capsule mature della pianta del cotone. La pianta è formata da un arbusto alto circa cm. 40, con foglie e fiori di colore rosso o giallo. Quando il fiore viene fecondato, perde i petali e in 25 giorni cresce una capsula circondata da una foglia chiamata brattea. La capsula è sostenuta da un calice ed ha una forma a goccia tondeggiante nell’estremità inferiore. All’interno della capsula ci sono da 5 ad 8 semi su cui si sviluppa la fibra. Quando la capsula è matura si apre in 4 parti mostrando il batuffolo di cotone. La prima operazione dopo la raccolta è la sgranatura, che permette di staccare le fibre dai semi. Poi il cotone viene cardato e pettinato in modo da eliminare tutte le impurità. La lunghezza delle fibre di cotone è molto importante commercialmente, perché si ottengono filati tanto più pregiati quanto più la fibra è lunga. Le più vaste coltivazioni di cotone si hanno in America, India, Cina, Egitto, Pakistan, Sudan ed Europa Orientale.

Proprietà del cotone:
Composto per il 95% di cellulosa, il cotone è leggero, morbido ed assorbente.
La fibra di cotone ha comportamento anelastico, sottoposta ad allungamento ha un recupero del 75%, non si usura ma si strappa; è poco elastica e pertanto si sgualcisce.
La resistenza meccanica è influenzata dalla presenza dell’acqua : le fibre umide sono più tenaci di quelle secche.
All’aria presenta buona stabilità, nei confronti del calore rimane inalterato fino a una temperatura di 100°C per poi ingiallirsi a temperature maggiori. I lavaggi frequenti e l’esposizione al sole tendono a scolorire i tessuti.

Cotone Mercerizzato

La mercerizzazione consiste nel far passare il filato di cotone in un bagno in soda caustica, per un preve periodo a temperatura controllata (30-40 gradi), in un secondo momento viene messo a bagno in una soluzione acida per togliere gli esccessi di soda. Questo processo è molto importante perché migliora le qualità del cotone, rendendolo lucido e gonfio, resistente agli strappi, migliora l’assorbimento del colore intensificando la tonalità e allo stesso tempo lo rende resistente ai lavaggi. Alla fine del processo il filato risulta anche più traspirante e fresco poiché è in grado di trattenere e disperdere più acqua.

 

Cotone Gasato
Il cotone gasato ha subito un trattamento particolare, la “gasatura”. La fibra ritorta viene fatta passare ad una certa velocità su una fiamma che brucia la piccola peluria esterna al filato rendendolo più liscio e lucido. Il nome “gasato” deriva dal combustibile utilizzato per il trattamento, un gas appunto che da origine alla fiamma.

Come lavare i capi di cotone:

  • I capi di cotone bianco per la casa o l’abbigliamento si lavano in lavatrice a 60°, mentre i tessuti colorati si lavano a temperature più basse.
  • Solitamente si stirano quando sono ancora leggermente umidi sul diritto ma se si tratta di capi scuri è consigliabile stirarli dalla parte rovescia per evitare che le cuciture diventino lucide.
  • I capi scuri vanno stirati prima sul rovescio poi sul dritto, con un panno, per evitare che il calore del ferro lucidi il tessuto. I capi di biancheria e di abbigliamento bianchi si possono inamidare per dare maggiore consistenza al tessuto ed evitare che si sgualciscano facilmente.

IL LINO

Questa fibra è ricavata dal fusto di una pianta alta da 80 a 120 cm, poco ramificata e con piccoli fiori, di un colore variabile dal bianco all’azzurro intenso, che fioriscono solo per un giorno. La pianta del lino viene estirpata dal terreno in modo di avere la massima lunghezza della fibra. Dopo la macerazione avviene la separazione delle fibre tessili dai residui legnosi e quindi la pettinatura che elimina le impurità.
Le fibre di lino si mescolano a cotone, lana, seta, viscosa e poliestere e questi filati di mischia permettono di ottenere molti tipi di tessuto. La combinazione di due fibre consente di avere una “mano” diversa, cioè una consistenza ed un aspetto differenti da quelli ottenuti con filati semplici. I filati in fibra vegetale hanno una scarsa elasticità  e possono avere striature, screziature, differenze di spessore tra colori diversi anche se provenienti dallo stesso lotto.

Proprietà del Lino:

  • Composto per il 70% di cellulosa, non provoca allergie, assorbe l’umidità e lascia traspirare la pelle: pertanto è indicato per la confezione di capi estivi, lenzuola, tovaglie, asciugamani e fazzoletti.
  • Molto resistente, soprattutto se bagnato, può essere lavato moltissime volte senza alterarsi, anzi diventa sempre più morbido, cosa importantissima per i capi di abbigliamento e di uso quotidiano che richiedono lavaggi frequenti.
  • Ha bassissima elasticità, pertanto i tessuti in lino non si deformano. Non è peloso per cui, se è usato come canovaccio in cucina, non lascia peli su piatti e bicchieri.

Come lavare i capi di lino

  • I capi bianchi si lavano in lavatrice a 60° C, mentre quelli colorati a temperature inferiori.
  • I capi bianchi si stirano umidi con ferro ben caldo, anche a vapore, prima sul rovescio, poi sul diritto.
  • I capi colorati, soprattutto se scuri, andranno stirati solo sul rovescio. Non serve inamidare il tessuto perché con la stiratura il lino tornerà sostenuto.
  • Se appenderete sopra la vasca da bagno i capi ripiegati in valigia, torneranno a posto: il vapore aiuterà ad ammorbidire le pieghe.

VISCOSA

Molti pensano che la viscosa sia un tessuto naturale. Ed era forse proprio questo l’intento dei suoi inventori, che a fine 800 riuscirono a produrre un tessuto molto simile alla seta, ma più economico, perché artificiale. Si ricava dalla cellulosa del legno, lavorata sia in forma di filo continuo che di fiocco (modal) e ha una struttura molto simile al cotone.
Al tocco, o alla “mano” dei veri esperti, la viscosa di qualità risulta particolarmente morbida, assorbente e antistatica. E’ anche abbastanza delicata come la seta, in quanto deve essere lavata a basse temperature o in acqua fredda.
La viscosa o rayon, viene impiegata pura per abbigliamento casual ed elegante oppure in misti tessuto, con tessuti sintetici e naturali.
La viscosa fa parte delle tecnofibre o fibre chimiche e si individua nella sottocategoria dei tessuti artificiali (non sintetici) come l’acetato.
Oggi, la viscosa è utilizzata per la produzione di abbigliamento elegante ed estivo, a pari passo con i tessuti naturali, come cotone e seta.
Ritroviamo la viscosa anche nei tessuti per l’arredamento della casa, e colpisce la sua resistenza nel tempo, ma anche la sua delicatezza di cui tener conto al momento del lavaggio.
Grazie alla ricerca, i materiali in viscosa si sono evoluti, e ancor oggi, è possibile credere in caso di viscosa di alta qualità, che sia naturale come la seta.

LYCRA – elastam – elastane – spandex

Fibre ad alta elasticità
La lycra e’ un’invenzione della casa Du Pont del 1959, ed oggi è utilizzata in tutto il mondo per donare maggiore elasticità e vestibilità ai capi d’abbigliamento moderni.
Sinonimo di stretch o elasticizzato ma anche di comfort, eccellente vestibilità, tenuta della forma e libertà di movimento.
I maggiori stilisti affermano come le innovazioni tessili siano la maggior fonte di ispirazione per la creazione di capi d’abbigliamento in grado di soddisfare lo stile di vita dei consumatori contemporanei che desiderano abiti dall’elevate performance per una piena libertà di movimento.
Oggi, le indagini di mercato rivelano che chi acquista un capo di abbigliamento non lo sceglie solamente in base a parametri puramente estetici, ma ritiene l’ottima vestibilità, il comfort, la leggerezza, la semplicità di manutenzione e la durata nel tempo benefit fondamentali da ricercare durante l’acquisto.
La fibra lycra può essere combinata con qualunque fibra naturale o artificiale ed un suo piccolo quantitativo, anche inferiore al 2%, è sufficiente per trasformare le prestazioni di ogni tessuto. Le numerose modalità d’impiego della fibra lycra in mischia con altre fibre permettono la realizzazione di tessuti che soddisfano qualsiasi esigenza.
Per quel che riguarda la maglieria, le maglie realizzate con una piccola percentuale di lycra risultano estremamente morbide e mantengono un aspetto come nuovo più a lungo. Il filo di lycra è sottilissimo quasi invisibile, ci si accorge della sua presenza in mescolanza con altre fibre perché il filato non rimane bello teso ma tende ad arricciarsi, tanto più quanta più è alta la percentuale di lycra.
Caratteristiche della lycra:

  • può essere allungata fino a sette volte rispetto alle dimensioni iniziali senza rompersi;
  • può subire vari cicli di allungamento e recuperare la lunghezza iniziale, donando ai capi che la contengono perfetto recupero della forma, ottima vestibilità e libertà di movimento
  • è leggera;
  • resiste all’abrasione;
  • forza relativamente alta;
  • è morbida, liscia e flessibile;
  • resiste agli oli per il corpo, sudore, lozioni, detergenti;
  • non ha problemi di elettricità statica;
  • non fa “pallini” (pilling).

La storia.
La fibra lycra è stata inventata nel 1959 da un gruppo di scienziati con lo scopo iniziale di sostituire la gomma in corsetteria. Prima della sua comparsa i consumatori dovevano accontentarsi di abiti che perdevano facilmente la forma e che facevano borse e grinze. Ma quando Joe Shiver, ricercatore della DuPont, mise a punto una nuova fibra rivoluzionaria –chiamata in codice K – tutto cambiò.

Anni 60: ci ricordano calzini e collant con il diffondersi della moda minigonna, e fin dai primi anni della sua diffusione, la lycra rivelava già le sue potenzialità di confort, adattabilità e resistenza, ma era abbastanza costosa.
Anni 70: ha consentito di sostituire costumi pesanti e spessi con prodotti leggeri e che si asciugano acilmente come i bikini e iniziò a imporsi sul palcoscenico internazionale della moda quando la febbre del sabato sera e il nascente interesse per la forma fisica fecero di fuseaux e body fascianti i capi più in voga.
Anni 80: la maggior parte degli articoli di calzetteria e di biancheria intima femminile faceva ormai affidamento sulla fibra lycra per garantire migliore vestibilità e comfort.
Anni 90: gli articoli sportivi hanno visto l’introduzione di fibre hi-tech.
Anni 2000: la lycra conosce il suo picco di diffusione da tute specializzate, costumi da bagno, calze e collant, tute da sci e nuoto o sub, corsetteria, maglieria, jeans e pantaloni elasticizzati, ma anche in tessuti per uso sanitario e nei tessuti destinati all’arredamento.
Dalla data della sua invenzione l’utilizzo della lycra è in continua crescita, ed è praticamente usata in tutte le categorie di abbigliamento.

Come lavorare i filati elasticizzati:
I filati che contengono lycra o elastan vanno lavorati con gradazioni molto lente e finezze superiori al normale o se lavorate con i ferri con un numero almeno il doppio o il triplo di quello che servirebbe per lo stesso filo senza lycra, più avanti capiremo il perché.
Occorre fare un campione, per esempio un quadrato di 10cm x 10cm.
Dovrete sottoporre il campione alla stiratura con il solo vapore, mai toccare con il ferro il pezzetto di lavoro fatto, vedrete che piano piano il vostro pezzettino inizierà a restringersi sempre più, quando terminerà questo restringimento potrete rimisurare il campioncino e fare una proporzione per trovare le misure che volete ottenere nel capo finito. Per esempio, se per fare il vostro quadrato avete usato 20 maglie (o punti) in lunghezza e dopo la stiratura misura 5cm, sapete che per fare 5cm del vostro capo, dovete fare 20maglie. Quando avrete creato il vostro capo lo sottoporrete alla stessa stiratura di solo vapore come avete fatto con il campione. La procedura solitamente prevede una pre-stiratura, la cucitura, il lavaggio e la stiratura finale.

NYLON

Nel 1935 si riuscì a realizzare il primo processo di fabbricazione di una fibra sintetica di nylon.
Il primo paio di calze realizzate in Nylon fu presentato dalla DuPont nel 1939, e dal 1940 venne commercializzata e sponsorizzata come “robusta come l’acciaio, sottile come una ragnatela, eppure più elastica di tutte le comuni fibre naturali”. Da allora si iniziò a produrre calze brillanti e resistenti.
Molti filati pellicciosi sono prodotti in nylon, hanno un pelo morbidissimo più o meno lungo che simula una pelliccia simile a quella di un coniglio.

CINIGLIA

Per il suo aspetto e la sua morbidezza, la ciniglia è diventata la scelta di molti stilisti, per maglioni, tessuti per abbigliamento, arredamento, tendaggi, coperte e tappeti. La ciniglia è un filato fantasia che è stato prodotto in scala commerciale sin dai primi anni ’70. La sua composizione varia da lana, cotone e acrilico. La mano è simile al velluto.

LA TITOLAZIONE DEI FILATI

Il titolo indica la finezza di un filato: in generale più la finezza aumenta (cioè più il filo è sottile) maggiore è il valore del materiale. La finezza delle fibre influisce sulle proprietà dei fili e quindi su quelle dei manufatti prodotti.
Sembrerebbe logico esprimere la finezza di un materiale tessile attraverso la misurazione del diametro come faccio io sul sito, ma il diametro non ha una dimensione costante, essendo influenzato da diversi fattori. Io uso il diametro perché spesso non ho a disposizione  il dato del titolo  perciò misuro lo spessore con un righello, il metodo è rudimentale , sicuramente non professionale ma è l’unico che mi permette di dare informazioni.
Ecco allora la necessità di indicare con una diversa espressione la finezza dei materiali tessili: il titolo o massa lineare.
Esistono due sistemi di titolazione:

TITOLAZIONE DIRETTA: T
o titolazione per peso
TITOLAZIONE INDIRETTA
O NUMERO: N
o titolazione per lunghezza
T = P/L N = L/P
T è la quantità di peso (P) che occorre per formare una lunghezza (L) N è la quantità di unità di lunghezza (L) che occorrono per formare una unità di peso (P)
Dove spesso (P) è espresso in grammi e (L) in metri
I più utilizzati sono:
Tex = P/L x 1.000

Tex: è la quantità di grammi che occorrono per formare il peso di 1000 metri di filo.
In questo sistema più è alto il titolo più il
filo è grosso.
Utilizzato nelle fibre a bava continua e per il fiocco di fibre chimiche

Nm = L/P

Il numero metrico (Nm): indica quanti metri di filato ci sono in 1 grammo. Ad esempio, Nm 1 significa 1 metro di filato su 1 grammo.
In questo sistema più è alto il titolo più il
filo è sottile.
Utilizzato per i filati di lana pettinata, lana cardata, fiocco di fibre chimiche, filati fantasia

In molti casi si usa la titolazione indiretta, per  esempio il  2/28, che è la finezza più usata per le macchine da maglieria di finezza 12, ci indica che il filato è composto da 2 fili ritorti, per brevità vengono omessi gli zeri, sarebbe 2/28000.

28000:2= 14000 ossia ci sono 14000 metri in 1 kg di filato

Altri esempi:

1/700 = 700 metri in 1 kg

1500 = 1500metri in 1 Kg (in questo caso l’uno è sottinteso, sarebbe come scrivere 1/1500)

2/10000 = si tratta di un filato a 2 capi e ci sono 5000 metri  in 1 kg di filato (cioè 1000:2 = 5000)

2/28 per brevità vengono omessi gli zeri = 2/28000, è un filato a 2 capi e ci sono 14000 metri in 1kg di filato.

3/39 per brevità vengono omessi gli zeri = 3/39000 è un filato a 3 capi e ci sono 19500 metri in 1kg di filato

4/8000 = filato a 4 capi, 2000 metri in 1 kg di filato (cioè 8000:4 = 2000)